CONTACTS : p.cernigliaro@alice.it
His Biography
Pietro Cernigliaro nasce a Roma il 24 marzo 1940 in via Anicia, nel cuore di Trastevere. Negli anni 1951-53 frequenta la scuola media Ugo Foscolo e si applica con particolare interesse e passione al corso di disegno ornamentale del maestro Francesco Trombadori. Il corso di studi successivi si completerà nel 1967 con il conseguimento della laurea in scienze statistiche attuariali presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Nel 1988 frequenta a Roma, presso il laboratorio artigiano del prof. Gerardi, un corso pratico di tecnica orafa. Dal 2003 al 2006 frequenta a Roma, presso l’UPTER, il corso di tecnica pratica di restauro diretto dalla Sig.ra Loredana Rizzo. L’impegno lavorativo presso una primaria compagnia di assicurazioni, con sede a Roma, dal 1968 al 2000 lascerà poco spazio alle applicazioni artistiche. Nei trentadue anni di lavoro assicurativo l’interesse per l’arte pittorica non lo abbandonerà mai e lo spingerà a visitare le più importanti mostre e pinacoteche di Napoli, Roma, Firenze, Milano, Venezia, Amsterdam, Vienna, Madrid, Monaco, Parigi, Londra, Berlino, in ciò incoraggiato dalla moglie appassionata cultrice di storia dell’arte. PRIMO PERIODO (approccio alla pittura) Dal 1978 iniziano i primi approcci con il disegno e i colori a tempera e ad olio in maniera del tutto intuitiva da autodidatta con la riproduzione di opere dei grandi maestri del passato. Nel 2000, impadronitosi di buona parte della tecnica pittorica ad olio, si cimenta in lavori di riproduzione di opere come Violino e chitarra di Pablo Picasso (museo dell’Ermitage) e Il bicchiere d’argento di Jaques Simenon Chardin (museo del Louvre). Dal 2001, libero da impegni lavorativi per aver maturato l’età di quiescenza, si dedica a tempo pieno in lavori più impegnativi come L’impero delle luci di René Magritte, Il Bacio di Gustav Klimt, Rinaldo e Armida di Domenico Zampieri (detto il Domenichino), Gruppo di angeli di Annibale Carracci, Venere allo specchio di Diego Velasquez, Fruttiera bicchiere e mele di Paul Cezanne. SECONDO PERIODO (creatività pittorica) Dal 2005 inizia un percorso autonomo di creatività pittorica figurativa con intenti simbolisti come L’autoritratto, La regina delle nevi, È nata una stella, Il ritratto del prof. Cultrera, Il Sermone. TERZO PERIODO (sperimentazione e ricerca) Dal 2007 cambia lo stile pittorico con una maggiore attenzione ai meccanismi della visione e la sperimentazione di opere costruite con tasselli di colore di forma geometrica che permettono di mettere a fuoco l’opera ad una certa distanza. Sono di questo periodo: Inverno al prato della Valle, L’intesa, Il passaggio del testimone, Gli anni verdi, Mirando l’Elba, Le caval’ d bronz, L’approccio, L’ironia contadina, Maternità, Danza a Ciolo, Il sorriso della Giovinezza, Sensualità enigmatica, solo per citare alcune opere. Nel luglio del 2008, espone per la prima volta ad Orbetello (GR) una retrospettiva di tutte le opere, e ad agosto dello stesso anno espone a Poggio Mirteto (RI) una selezione di opere scelte. Nel maggio del 2010 partecipa sul Web al concorso “Il dipinto del mese” indetto dalla Società Pittura & Dintorni classificandosi al 2° posto con il dipinto L’intesa. Nel giugno del 2010 espone a Roma, presso la Galleria Reginula, sei opere scelte dal gallerista, riscuotendo dai visitatori giudizi lusinghieri che lo incoraggiano nella ricerca interiore di un nuovo percorso d’identità culturale. Nel 2012 viene selezionato dalla Commissione di Gabinetto della Provincia di Roma per l’allestimento di una mostra personale a Palazzo Valentini dal 5/6 al 22/6/2012. |
Criticism
Mosaici d’olio e di ricordi. Dalla sua grande
passione per la fotografia, Pietro Cernigliaro riproduce sapientemente
con pittura a olio immagini scattate durante le varie fasi della sua
vita. Semplici istantanee che intrise di stile, fantasia e talento
diventano indelebili. In L’attesa senza tempo – mostra personale
dell’artista, esposta a Roma nella sala Egon Von Furstemberg di Palazzo
Valentini, fino al 22 giugno 2012- il pittore romano presenta i suoi
ultimi lavori.
È mentre sta vivendo un’emozione che Cernigliaro decide di fotografare
il soggetto della sua prossima opera: situazioni vissute, città
visitate, volti di parenti e amici ma anche persone del tutto
sconosciute che raggiunte dall’obiettivo restano, poi, intrappolate per
sempre nei tasselli coloratissimi dipinti a olio. «La mia è una tecnica
unica, l’ho chiamata “molecolare” – spiega il pittore - perché sembra
mettere sotto un microscopio la materia. La critica sostiene che mi
ispiro al puntinismo di Georges Seurat, ma le mie sono piccole figure
geometriche che seguono lo stile del mosaico».
Cernigliaro gioca molto con le sfumature che permettono la messa a fuoco
del soggetto dipinto solo se si osserva la tela a distanza, il suo è un
lavoro lungo, di grande pazienza e precisione. «Si passa la propria
vita, a volte, nell’attesa di qualcosa, armati, aspettando un nemico da
combattere. Nel mio caso si tratta di un giudizio di merito – afferma
l’artista – che forse non arriverà mai. Qualcuno, magari, si esprimerà
circa i miei lavori quando non ci sarò più: è un’attesa senza tempo. La
vita lo è».
Cristiana Ciccolini
L'attesa senza tempo di Pietro CERNIGLIARO in Mostra a Roma
Fino al 22 giugno la splendida cornice di palazzo Valentini nella sala
Egon von Furstenberg ha ospitato le opere fantasiose di un artista
attento ai particolari, poliedrico come Pietro Cernigliaro. Nelle sue
opere la percezione visiva, è il cuore pulsante della sua vasta
produzione artistica. Una pioggia di coriandoli multicolori,si spargono
con metodo certosino sulla tela dando vita ad immagini talvolta riprese
da momenti di vita reale vissuti dall’artista come “ Il passaggio del
testimone olio su tela del 2007,”L’attesa senza tempo”che da il titolo
alla mostra;”L’intesa” del 2007 che raffigura la nipotina insieme al suo
cane dalmata; o ripropongono figure appartenenti a celebri opere di
artisti rinascimentali come l’interpretazione del 2009 di un dipinto di
Rogier Van der Weyden( 1399-1464) intitolato “Sensualità enigmatica” e
l’Uomo Con turbante da lui ribattezzato L’uomo Conturbante dipinto da
Jan Van Eyck(1390-1441). La sua tecnica pittorica può essere definita a
“punto pixel,dove la ricerca delle forme sulla tela viene catturata
dall’osservatore a distanza. I dipinti ad olio su tela eseguiti a regola
d’arte con maestria tecnica,catturano le immagini che esplodono in una
miriade di colori come i frammenti di vetro di un caleidoscopio...
Loredana Rizzo"
da: Pikasus
A Pietro – Un ricordo lontano e un ritrovarsi . Il
tempo interpretato nei “segni” , nelle “macchie” : ha i colori
bellissimi dell’infanzia e ripropone gli attimi del cuore.
C’è l’intensità nei tuoi “segni” carissimo Pietro, che fu dei “Grandi” e inseguirli quei Grandi è in nostro e il tuo desiderio.
Con grandissimo affetto Fernando.
Fernando Ferrigno (Inviato TG3 Redazione Cultura – Responsabile Rubrica Cultura Bellitalia). 5 giugno 2012 .
La Magia dell’Arte
Si parla d’arte, tanto.. ma io penso che l’Arte sia una cosa seria, un
qualcosa che ci tocca nel profondo, nella nostra essenza..
L’arte non è soltanto “immaginazione”, “creatività”, essa, secondo
me, è il frutto del grande sforzo che l’uomo mette nel rappresentare il
Creato reinventandolo, interpretandolo, filtrando l’immagine attraverso
la propria sensibilità…
Perché mi hanno colpito i quadri di Pietro Cernigliaro.. perché oltre
ad una maestria nell’uso del colore, nel frammentare in ipotetici
pixell le immagini che vuole rappresentare crea una “illusione” ottica
incredibile.
Vedendoli da vicino l’osservatore percepisce soltanto macchie colorate
che vagamente suggeriscono una forma post divisionista ma poi,
guardandolo da più lontano, il quadro si presenta in tutta la sua forza
espressiva. A quel punto, le macchie non si vedono più (o meglio noi
non ne abbiamo più la percezione) ma il dipinto si palesa quasi fosse
un’opera di realismo pittorico, questa è la Magia dell’Arte che forse ci
dovrebbe far riflettere tutti sul vero significato delle cose….
Claudio Giulianelli pres. Mega Art
Rifrazioni di forme e colori
“Appunti di viaggio” propone un itinerario che travalica spazi e tempi accarezzando i ricordi.
di CLAUDIA BORSARI
Quella città mirabilmente descritta da Moravia come una delle “città del
silenzio” parla oggi attraverso le forme, i colori e il linguaggio
degli artisti che la ritraggono e che in essa trovano ancora
accoglienza. L’Assessorato alla Cultura Turismo e Spettacolo del Comune
di Sabaudia nell’ambito della XX Rassegna “Segni e Forme” inaugura ,
domani alle 17.30, la nuova stagione espositiva al Museo Emilio Greco
con la personale di Pietro Cernigliaro “Appunti di viaggio”.
L’esposizione gode del patrocinio dell’Associazione Zero Gravità,
dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia, di S2C – Compagnia
di Assicurazioni di Crediti e Cauzioni, di Villa Cernigliaro dimora
storica e di Parchi Letterari.
Pietro Cernigliaro dopo le prime esposizioni ad Orbetello e Poggio
Mirteto e gli allestimenti nelle prestigiose sedi di Palazzo Valentini a
Roma e di Villa Cernigliaro- antica dimora storica di Sordevole nel
Biellese che ha ospitato un attivo cenacolo intellettuale , oggi parco
letterario Franco Antonicelli- presenta a Sabaudia il suo “viaggio”. la
mostra “Appunti di viaggio”, come dal titolo, propone un itinerario che
travalica spazi e tempi e lambisce i ricordi e tutte quelle persone ,
vicine all’autore, proiettandoli in una miriade di forme e rifrazioni ,
mosaici d’olio e di memorie. In esposizione un importante gruppo di
opere che testimoniano e raccontano gli ultimi otto anni di produzione
pittorica in una pioggia di coriandoli multicolori.
Dalla sua passione per la fotografia Pietro Cernigliaro reinterpreta
sulla tela istantanee che scatta nel corso dei suoi viaggi. Il suo stile
pittorico originale e inedito, simile ad un’opera musiva, è costruito
sulla tela con tasselli di coloredi forma geometrica che creano
un’apparente illusione ottica, dove la composizione viene catturata
dall’osservatore a distanza. L’istinto e l’imprevisto entrano a far
parte del suo processo creativo, influenzato da reminiscenze sedimentate
nel subconscio e da cui trae gratificazione ludica e significato
esistenziale.
Scrive Loredana Rizzo inaugurando il testo del catalogo : “Le opere
fantasiose di un artista attento ai particolari, poliedrico come Pietro
Cernigliaro. Nelle sue opere la percezione visiva è il cuore pulsante
della sua vasta produzione artistica. Una pioggia di coriandoli
multicolori si spargono con metodo certosino sulla tela dando vita ad
immagini talvolta riprese da momenti di vita reale vissuti dall’artista
“.
Ricerca del tema, cattura della luce, elaborazione delle forme e del
colore, composizione sulla tela, sono fasi di un processo impegnativo ed
imprevedibile attraversato da momenti di riflessione e ripensamenti.
E’ mentre sta vivendo un’emozione che Pietro Cernigliaro fissa nella
memoria digitale l’ispirazione del suo nuovo dipinto : azioni dinamiche,
atmosfere di pathos, i moti dell’animo sul volto di amici , parenti o
sconosciuti, luoghi visitati con spirito sempre nuovo di ricerca.
I suoi temi si propongono di accendere nell’osservatore le stesse
emozioni che lo hanno colpito e che con l’opera intende far rivivere.
E’ la sua percezione visiva l’incipit del lungo processo creativo che inizia a prendere forma nei suoi appunti di viaggio.
L’allestimento che sarà inaugurato sabato alle 17.30 sarà visitabile
fino all’8 giugno (tutti i giorni dalle 17.30 alle 20.30, il 6 e 7
giugno anche dalle 10 alle 13).