La sua Biografia
Veronica Pollini (VeroMosaico)
Laureata in Marketing e Comunicazione presso l’Università IULM di Milano, con
una tesi di Laurea Specialistica sull'organizzazione degli eventi culturali,
nel 2010 frequenta un corso di mosaico presso il S.I.S.A.M. (Scuola Internazionale
Studi d'Arte del Mosaico e dell'Affresco) di Ravenna.
Da quell'anno crea mosaici, anche su complementi di arredo, prediligendo la
tecnica diretta su supporto definitivo.
La sua ricerca ha lo scopo di esplicitare la forza comunicativa della
forma-cerchio sperimentando, allo stesso tempo, accostamenti inusuali di
materiali di diversa natura: vetro, smalti, ceramica (anche autoprodotta) marmi
ecc.
La Critica
Testo critico di Chiara Salanti
Nella sua lunga storia, la tecnica del mosaico ha ricoperto principalmente una
funzione decorativa, che ne ha determinato uno stretto legame, a livello non
solo tecnico-esecutivo ma anche iconografico, con l’ambito di applicazione.
Ampiamente usato nella civiltà romana e in quella bizantina e in tutto il
Medioevo, il mosaico ha assunto di volta in volta funzioni celebrative nei
luoghi del potere, intenti didattici e devozionali negli edifici sacri,
caratteri esornativi nelle dimore private, declinandosi secondo l’occasione in
un linguaggio figurativo o geometrico - ornamentale. In simili applicazioni
dimensione decorativa e vocazione espressiva venivano a fondersi, potendo
l’estro degli artisti – vincolati a temi e soggetti prescritti dai committenti
– manifestarsi nell’abilità tecnica, nella sensibilità cromatica, nella
traduzione visiva della cultura e del pensiero del proprio tempo. Un continuo
mutamento di tale rapporto decorazione- espressione segnerà l’intera storia
dell’arte musiva finché tra Otto e Novecento grandi interpreti del Modernismo
quali Gaudì e Klimt sapranno riscattarne il ruolo meramente decorativo
ponendola al centro della propria ricerca, rispettivamente architettonica e
pittorica.
Entro tali orizzonti, legati all’evoluzione storica del mosaico, si muove la
ricerca di Veronica Pollini, in arte VeroMosaico, formatasi presso la Scuola
Internazionale Studi dell’Arte del Mosaico e dell’ Affresco di Ravenna.
Da sempre affascinata dalle potenzialità cromatiche e luministiche offerte
dall’accostamento di materiali diversi - vetri artistici, foglia d’oro, specchi,
pietre – Veronica ha avviato la propria produzione dedicandosi ai complementi
di arredo e all’oggettistica. L’esperienza maturata nell’ambito della
decorazione, intesa come conferimento all’oggetto di una propria identità –
identità rivelatrice dell’anima nascosta dell’oggetto ma al contempo variabile
a seconda dei punti di osservazione assunti da chi lo guarda – ha indirizzato
Veronica verso l’arte propriamente intesa, offrendole la possibilità di
approfondire la sua ricerca espressiva in opere che fossero in grado di
trattare tematiche legate all’esperienza personale. Sono così nate le prime
figure marine, cariche della vitalità e dell’ironia di un’artista milanese
divenuta “abitante del mare”, poi culminate in Jellyfish del
2016, presentata alla mostra Pictor imaginarius di Nazzano
(Roma). Allo stesso anno risale Il pianeta delle farfalle, opera di
transizione tra la prima produzione di stampo figurativo,
orientata su temi naturalistici, e l’attuale ricerca che ha individuato nel
cerchio una forma con cui rappresentare tanto concetti astratti quanto figure
umane e animali. In Anime cerchi di diverse dimensioni e dalla
superficie multiforme e multicolore si sovrappongono e si intersecano a
indicare la complessità dell’anima e a suggerire al contempo una collisione di
anime, configurandosi come una forma d’arte tridimensionale che dialoga nello
spazio. In No War l’opposizione alla guerra si concretizza
nella serie di rumorosi cerchi scuri di un carro armato la cui bocca da fuoco
esplode in un fiore variopinto, mentre in Cancer Healing l’anelito
alla vita si fa doppio nel seno che evoca la maternità, e quindi la vita, e nel
cerchio che lo rappresenta, simbolo esso stesso della circolarità
dell’esistenza. Se Anime sconfina nell’ambito della scultura, No War e Carcer
Healing per la loro lettura frontale possono essere concepiti come dei
quadri. Il mosaico in ciascuno di questi casi si fa tutt’uno col supporto
elevandosi a forma d’arte in senso lato e trasversale, come già avvenuto nel
precedente Mosaitril del 2016, ironico ready made musivo,
personale omaggio di Veronica alla Pop Art.
Ad accomunare le opere più recenti, oltre allo svincolo dalle sole esigenze
decorative, è il ricorso alla forma circolare, scelta dall’artista per le sue
valenze simboliche. Figura costituita da un’unica linea le cui estremità si
ricongiungono l’una nell’altra, il cerchio è perciò emblema di ciò che non ha
fine né inizio e conseguentemente dell’eternità. Parimenti per la mancanza di
parti in contrapposizione tra loro come l’alto e il basso rappresenta la
perfezione e l’armonia. Tali valenze, note già presso le civiltà antiche,
avevano dato origine ai cosiddetti cerchi magici, rituali in uso nella magia
cerimoniale, praticata soprattutto tra Medioevo e Rinascimento, in cui veniva
tracciato nel terreno un
cerchio quale forma di protezione, per tenere fuori le energie negative e
malvagie. Ricollegandosi al ruolo archetipico del cerchio, Veronica conia una
vera e propria categoria artistica, che ama definire “mosaici circolari”, dove
la forma stessa si eleva, per i valori di cui è portatrice, a strumento
espressivo, incarnandosi in un modulo riproducibile in numero e dimensioni
potenzialmente infiniti. La forma trova poi il suo completamento nella materia
su cui, in tempi recenti, Veronica interviene personalmente producendo alcune
tessere in ceramica, attraverso la modellazione e la colorazione del materiale.
Tale intervento, dettato dal desiderio di Veronica di lasciare nelle proprie
opere un segno ancora più marcato della ricerca artistica, rappresenta
l’ulteriore tappa di un processo di maturazione che ha saputo combinare
decorazione ed espressione giungendo all’affermazione della materia e della
forma stesse come manifestazione poetica dell’artista.
Curriculum
Mostre e concorsi
2019 Mostra Collettiva "Musiwa Week 2019" – Palazzo Medici Riccardi,
Firenze (FI)
2018 Concorso e mostra
collettiva “Pictor Imagnarius” – Museo del Fiume, Nazzano (Roma)
2018 "Vernice Art Fair" - Passepartout Art Galery - Forlì (FC)
2018 Mostra Collettiva "Musiwa 18" – Palazzo Medici Riccardi,
Firenze (FI)
2017 Mostra collettiva "Torano notte e giorno", Carrara (MS)
2017 Partecipazione alla realizzazione del mosaico ceramico collettivo
sulla biodiversità, Nazzano (Roma)
2017 Concorso e mostra collettiva “Pictor Imagnarius” – Museo del Fiume,
Nazzano (Roma)
2017 Mostra Collettiva "Musiwa 17" – Palazzo
Medici Riccardi, Firenze (FI)
2017 Mostra collettiva "Pop Art Tribute" – Icona Art Room, La Spezia
(SP)
2016 Concorso e mostra collettiva “Pictor Imagnarius” – Museo del Fiume,
Nazzano (Roma)
2016 Mostra collettiva “Non si può fare Dripping” – Spazio Monte Amiata, Milano
(MI)
2016 Mostra personale presso “Locanda Ameglia Alta” – Ameglia (SP)
2015 Mostra personale “Tessere o non essere” presso “La Fabbrica” Santo Stefano
Magra (SP)
2015 Estemporanea presso la manifestazione “Arte nel Borgo” – Corrodano (SP)
2015 “Mostra collettiva riduttiva” – Sarzana (SP)
2015 “Carrara giorni d’arte” – Marina di Carrara (MS)