FRANCO MARGARI    -  Italia


                                                                                 
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Sulla sua Arte 


Vive e lavora a Firenze: Inizia la sua esperienza artistica in campo grafico negli anni 80 specializzandosi in tecniche incisorie, dai primi anni 90 si dedica contemporaneamente anche alla pittura.

In questo arco di tempo ha qualificato la sua attività espositiva partecipando a numerose collettive di prestigio e ha allestito molte personali, tra le più importanti quelle del 2000 alla Galleria Art Point Black con la quale ha presentato per la prima volta il suo ciclo “orizzonti”, così come in quelle al Centro d’Arte Puccini e alla Villa Medicea di Poggio Imperiale. Si ricorda inoltre la mostra del 2004 al Museo Diocesano di Firenze con 12 lavori ispirati al Vangelo di Giovanni, uno dei quali è presente nella collezione contemporanea del Museo e quella al Consiglio della Regione Toscana, dove ha esposto 20 lavori di intenso astrattismo evocativo, uno dei quali fa parte della Pinacoteca Regionale. Sempre nel 2004 ha partecipato al Concorso Internazionale Firenze e ha vinto il primo premio fiorino d’oro per la pittura.

«L’artista – come rileva nel 2003 Giampaolo Trotta - approda all’informale, mantenendo un solido substrato ‘grafico’, proveniente dalla sua consolidata preparazione nel campo del disegno e della figura, qualità indispensabile anche per gli artisti che, con la loro opera, si distanziano dalle forme riconoscibili e prospetticamente costruite. Le sue forme astratte, - continua Trotta - disegnate con la plastica materica, increspata e tormentata del colore (talvolta dalle lontane eco tardogotiche della pittura tedesca di Matthias Grünewald o dei ‘segni’ moderni di Georges Rouault) dato con decisione attraverso ampie e veloci pennellate, disegnano linee spezzate ed elementi primari, spesso diedri elementari di cristalli, scomposti e frantumati in una sorta d’esplosioni vitali. Ma è la luce, una luce bianca e pura come quella sognata dall’Umanesimo, che interviene plasmando e modificando la materia inerte».

Ha fatto parte, nel 2006 del movimento “NE5” con altri 4 artisti fiorentini, coi quali ha partecipato a vari eventi fra i quali il più importante la mostra al Palagio di Parte Guelfa a Firenze.

Ha fatto parte del gruppo d'Arte sperimentale KPK (Kantiere post Kontemporaneo) col quale ha allestito installazioni di grande rilievo come “SEARCHING FOR” alla Loggia del Grano a Firenze e “ESPANSIONE-PROIEZIONE a Palazzo Medici Riccardi sempre a Firenze, con lo stesso gruppo ha avuto l'opportunità di allargare la sua esperienza artistica anche nel campo della Performance contemporanea e della video-art.

 Nel 2008 è presente al padiglione arte italiana a Pechino in occasione delle Olimpiadi, una sua opera fa parte della collezione del CONI. Nel 2010 inizia una collaborazione con la galleria americana Damoka Gallery che lo porta a fare due personali a Los Angeles e a New York.

Una importante personale è stata nel 2011 nei prestigiosi spazi del Circolo degli Artisti Casa di Dante a Firenze in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia.

Si ripete nel 2013 sempre negli stessi spazi presentando i suoi ultimi lavori del ciclo “ Respiri degli elementi“.

Nel 2016 altra personale di rilievo alla Chiesa sconsacrata di Santa Maria dei Laici a Gubbio

Le ultime presenze dei suoi lavori sono nel 2016 ad Amsterdam -Istituto di Cultura Italiana, nel 2017 a Berlino – Galleria The Ballery, a Londra - ART MOOR HOUSE, 2018 a Stoccolma GALLERIA SVEA e a Mosca GALERIA MASTERSKAYA LEGA

Numerose sono le presenze in collezioni pubbliche e private.  

 

Hanno scritto di lui:

ALVARO SPAGNESI, DINO PASQUALI, ROBERTA FIORINI, ELVIO NATALI, FRANCESCO SGANGA, FRANCESCA MARIOTTI, ANGELA SANNA, ROBERTO GAI, GIAMPAOLO TROTTA. FRANCESCA MARIOTTI, GIOVANNA SPARAPANI, ALDO MARIA PERO.

  

TESTO DEL PROF. FRANCESCO SGANGA IN OCCASIONE DELLA MOSTRA A VENEZIA   GIU 2001

 La forza dell’uomo, il suo dolore, i suoi conflitti perenni con la natura e con sé stesso, la ricerca di un sentiero di verità, sono i temi principali del lavoro di Franco Margari.

Egli non cerca di fare pittura di facile gusto estetico ma la sua ossessione è quella di rappresentare la condizione profonda dell’esistenza e della coscienza , l’espressione totale della vita.

 Nei suoi quadri più che astrazione c’è una non-figurazione, o figurazione dell’invisibile come condizione esistenziale dell’uomo, delle sue domande senza risposta. La figura umana non compare mai, ma se ne avverte la presenza, a fianco di una finestra di luce definita dal bianco abbagliante vediamo la massa incombente di colore e materia come protagonista senza volto, come attesa di speranza, di riflessione.

Opere che mostrano senza narrare, accennando appena, che rinviano ad atmosfere del profondo che, essendo cosa invisibile, lo riproducono rivelandolo.

In ciascuna di esse si avverte una costruzione di una prospettiva immaginaria che parte dal centro verso l’esterno calibrando materia e colore, una prospettiva dove la spazialità definita sulla tela corrisponde allo spazio dell’essere psichico - percettivo ed è attraverso questo spazio, tagliato e violentato da bagliori di luce, che parte il gesto artistico come compimento dell’atto pittorico condensandosi in una “forma” e in un “significato”.

L’artista propone a chi guarda un viaggio intorno a sé stesso alla ricerca di immagini nascoste o volutamente sepolte nel sue paesaggio interiore,

vuole raccontare, con le sue tele, un suo diario di ricorrenti tensioni, di compresse emotività, fragilità e assurti esistenziali.

Un viaggio nel profondo di quella inquietudine umana, continua precarietà dell’essere e del vivere contemporaneo.

 Francesco Sganga