La sua Biografia
Galatina (Lecce) il 5 settembre 1954, vive nella stessa cittadina del Salento.
Ha espresso, nel corso degli anni, una grande versatilità sia nei contenuti delle opere che nelle tecniche pittoriche utilizzate, attraverso un’attiva
sperimentazione creativa.
Pur non avendo un percorso scolastico artistico, ha sviluppato, sin da giovane, personali conoscenze, apprendimenti e soprattutto ricerche di tecniche facilitanti la propria espressione creativa. L’arte è stata ed è per lui lo spazio in cui vivere, godere, sentire la libertà quale dimensione unica ed irripetibile.
Occupato in altro tipo di attività lavorativa,
per molti anni ha prodotto numerose opere per il solo piacere di esprimersi con
l’arte, senza curare l’aspetto divulgativo della sua produzione attraverso i
normali circuiti espositivi; ciò nonostante, diverse sue opere sono presenti in
collezioni private e all’estero.
Il Curriculum
Galatina (Le) - giugno 1988, 1990, 1991 Esposizione artistica in Fiera Campionaria
Galatina (Le) - 28 / 30 giugno 1994 Collettiva artistica Pro Loco
Martignano (Le) - 22 / 28 luglio 2002 IX Rassegna arte contemporanea
Sogliano Cavour (Le) - 9 / 11 agosto 2002 Rassegna arte contemporanea
Bari - 7 / 15 settembre 2002 Guarda oltre il muro - B.P.P. Fiera del Levante
Lecce La chimera - Hotel President
Galatina (Le) - 20 dicembre 2002 / 6 gennaio 2003 Natalart - artisti salentini
Nardò (Le) - 24 dicembre 2002 / 2 gennaio 2003 Introspective - Circolo Il Sedile
Galatina (Le) - 25 aprile / 1° maggio 2003 Rassegna espositiva LecceArredo
Roma - 31 maggio / 10 giugno 2003 “Tra memoria e desiderio” Oltreilsegno Galleria Il Leone
Galatina (Le) - 20 giugno / 20 luglio 2003 “Universo e dintorni” - Galleria Santoro
Otranto (Le) - 14 / 29 giugno 2003 Salento in arte - Torre Matta
Galatina (Le) - 20 giugno / 20 luglio 2003 “Universo e dintorni” - Galleria Santoro
Gallipoli (Le) - 19 / 27 luglio 2003 Salento in arte - E. S. Borgo
Felline (Le) - 31 luglio / 3 agosto 2003 Salento in arte - castello
Galatina (Le) - 13 dicembre 2003 / 10 gennaio 2004 “Tra metafisica e informale” Museo civico Pietro Cavoti
Copertino (Le) - 30 maggio / 10 giugno 2004 2° concorso arte contemporanea Memorial Verdesca
Galatina (Le) - 27 giugno / 10 luglio 2004 Manifestazione artistica - Palazzo della Cultura
Galatina (Le) - 27 giugno / 27 luglio 2004 “Il dio denaro” - sala ex consorzio
Lecce - 29 agosto / 4 settembre 2005 Il Sallentino - ex convento dei Teatini
Galatina (Le) - 19 novembre / 5 febbraio 2006 Pensiero e... rappresentazione in tre atti Galleria Santoro
Galatina (Le) - 1 / 30 aprile 2007 “Libera” arte - Galleria Santoro
Napoli - 20 giugno / 9 luglio 2007 ventiperventi
Barletta - 22 luglio / 9 agosto 2007 Vedo ciò che sento - Centro culturale Zerouno
Gallipoli (Le) - 20 agosto / 21 settembre 2007 Arte d’agosto - Gruppo Banca Sella
Nürnberg - [PROGETTO] 20 ottobre / 20 novembre 2007 equilibriarte.org in Nürnberg 2007
Firenze - 27 ottobre / 11 novembre 2007 Arte trasformatrice e nonviolenza
Barletta - 11 / 21 novembre 2007 Post– Centro culturale Zerouno
Napoli - 4 / 14 dicembre 2007 Santa Barbara, open and free project Anno primo, cava seconda
Lodi - 7 dicembre / 6 gennaio 2008 Mostra di Natale - Lodi
Galatina (Le) - 15 dicembre / 6 gennaio 2008 Saranno cose... - Galleria Santoro
São Paulo - 21 febbraio / 21 marzo 2008 Mostra Gruppo Kromakrea a São Paulo
Cosenza - 12 / 19 aprile 2008 Contaminazioni
Aversa (Ce) - 19 / 26 aprile 2008 Santa Barbara Open and Free Project Anno primo, cava terza
Napoli - 3 / 18 maggio 2008 Confidenze partenopee
Pomezia - 1 / 30 giugno 2008 Tra Micro e Macro
Napoli - 20 giugno / 10 luglio 2008 ventiperventi
Napoli - 20 settembre / 4 ottobre 2008 LiberaMenteBianco
Iglesias - 21 / 28 settembre 2008 Santa Barbara Open Freeand FullProject cava quarta
Roma - 2009 trentapertrenta = novecento Fonderie delle arti
Napoli - 17 / 20 gennaio 2009 LiberaMenteBlu
Costa de Oro - 7 / 27 marzo 2009 Avanti 2009 - Come on 2009
Senorbì (Ca) - 4 / 19 aprile 2009 Tra il figurativo e l’Informale
Niteról, Rio de Janeiro - 16 maggio / 15 giugno 2009 MuldiArt Mostra Internacional de Arte Contemporanea
Noto (Sr) - 16 / 30 maggio 2009 Anime Contemporanee and Friends
Isola La Maddalena - 15 / 30 giugno 2009 Arte nell’isola di Garibaldi
Pietramontecorvino (Fg) - 26 / 30 luglio 2009 Associazione Culturale Galleria Amici dell’Arte
Roma - 19 dicembre 2009 / 7 gennaio 2010 Profilo d’artista - arte contemporanea “Il trittico”
Berlino - 2 / 12 aprile 2010 trentapertrenta = novecento Sotto il cielo di Berlino
Milano - 17 maggio / 2 giugno 2010 Lo sguardo nel mondo Auditorium zona 9
Noto (Sr) - 15 / 29 maggio 2010 Anime Contemporanee and Friends
Ljubjana - 26 maggio / 18 giugno 2010 trentapertrenta = novecento Università di Lubiana
Galatina (Le) - 27 giugno / 10 luglio 2010 Metamorfosi - Galleria Santoro
Roma - 11 / 17 settembre 2010 Ritmi - Galleria Vista
Roma - 18 settembre / 7 ottobre 2010 Il Filo D’acqua - Fonderia delle arti
Roma - 2 / 9 ottobre 2010 trentapertrenta = novecento Opere da mostrArti
Galatina (Le) - agosto 2011 Mediterraneo - Palazzo Micheli
Galatina (Le) - dicembre 2011 / gennaio 2012 Mediterraneo Lavori in Corso - Museo Civico Pietro Cavoti
Roma - marzo 2013 Cento sfumature di grigio - Galleria d’arte collezione saman
Specchia (Le) - 10 agosto / 10 settembre 2013 Human Rights - ex convento dei francescani neri
Lecce - ottobre / dicembre 2013 Cronache di resistenza - h 24
Rovereto - 28 settembre 2013 / 31 gennaio 2014 Human Rights - Migrantes Fondazione Opera Campana dei Caduti
Lecce - dicembre 2013 / gennaio 2014 Potere e paura - h 24
Galatina - giugno 2019 - Grovigli mentali
Budapest - novembre 2019 - Biennale di Budapest
La Critica
Luigi Latino: Il Nocchiero nella Spelonca
Grande nella nuda assonanza, Musa di un mito cantato altrove: vent’anni.
Luigi latino indugia, spalanca il nero di occhi profondi come la notte. Artista che naviga sulla terraferma dopo aver concesso all’Utopia il possesso dei mari.
E’ questo il suo informale. Le linee di colore si srotolanono verso la conversione alla poesia. Musa ispiratrice proprio quell’arte che stà lì, che non vorrebbe suggerire perché per il Nocchiero non ci vogliono santi a commisurare il reliquiario. La sensibilità del timone è nella spelonca e i versi sono spalla ai remi.
Luigi latino, anarchico urlatore usa il doppio registro della poesia e dell’arte per meglio spiegare, per meglio concepire per dare voce all’artista che urla ma potrebbe essere non ascoltato, Vate venuto dal tempo, instancabile orma sull’orma che gridava un tempo e sguainava la spada al potere, all’arroganza, alla miseria prostituta degli uomini oppressi dalle loro stesse nulle ideologie. Contro il capitalismo, la guerra l’omertà, Luigi Latino porta nella spelonca i problemi di chi vive ai margini, di chi chiede risposte di chi usa il suo aroma:caffè sempre più amaro mentre sul grande schermo passa il cortometraggio “Tangente Sul Mondo”.
Libero è il suo mestiere, Libero il nome del suo amico migliore, Libero il mondo che narra e che descrive.
La cultura è dettame, qualunquismo, corsa all’ultim’ora come se un attimo dopo finisse il mondo. Anche questa è la sua denuncia.
Ora il nocchiero ha freddo dopo il naufragio, non sorride più, forse sorrise a vent’anni quando non c’era vuoto incancrenito nelle strade. Dopo la carestia…la fame!
Carla piccioni
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Luigi Latino, classe
1954,pittore e poeta, espone due sue opere ( Limitatori di libertà –Tortura )
tolte ad una produzione ormai cospicua di una carriera pluridecennale sempre in
prima linea, orgogliosamente militante.
Studiare la semiotica della sua arte visiva vuol dire comprendere che cosa il
segno di questi quadri voglia significarci e comunicarci, cogliere le relazioni
di senso che essi cercano di instaurare. Ma trattandosi di arte informale ciò è
più difficile, poiché la pittura di Latino non rientra né nel figurativo né nel
puramente astratto. Vi è inoltre, in alcune opere di tecnica mista, una
commistione fra pittura e scultura, secondo l’insegnamento delle avanguardie
storiche e del loro messaggio fortemente provocatorio. In questo senso, Luigi Latino
potrebbe essere considerato un epigono del grande Jackson Pollock che con la
sua singolare tecnica ha influenzato fortemente tutto il movimento di questo
tipo di pittura istintiva e impulsiva. Comunque il processo di rinvio di questi
segni mi porta ad una costante, palpitante, urgente voglia di libertà che
Latino esprime non solo in queste tele ma in tutto il suo discorso pittorico.
Anzi, le sue tele sembrano i singoli episodi di una narrazione artistica
partita da anni e che non si sa se e come troverà uno sbocco compiuto, finito,
nella continua ricerca dell’informale sua visione. Il riferimento più
autorevole che mi viene in mente è all’arte di Alberto Burri, indiscusso
maestro italiano dell’informale. Latino utilizza materiali dei più diversi in
quanto attraverso di essi l’artista esprime la propria concezione del mondo, e
infatti non troviamo mai superfici lisce e morbide, che ci trasmetterebbero un
senso di dolcezza e armonia, ma invece superfici rugose, crespe, ruvide, che
danno un’idea di scontro, disordine, conflitto,disagio. Un’idea claustrofobica
della società attuale, un empito di ribellione scuote Latino nei confronti di
tutte le gabbie mentali e fisiche nelle quali chi è in alto vorrebbe
rinchiudere il pensiero ( che invece deve essere libero, secondo l’assioma
“Libera arte Libero pensiero” di cui Latino ha fatto un manifesto), una voglia
corsara di scardinare le porte del sistema e rompere tutti i chiavistelli che
impediscono, costringono, riducono. Le opere “limitatori di libertà” e “tortura”
vogliono descrivere la negletta condizione dell’essere umano, la sua
oppressione, ed essere invito a finalmente affrancarsi. Esortazione a rompere
“muri, recinti, staccionate”, limitazioni di sorta, sia reali che mentali,
“costituzioni, leggi, religioni, tradizioni, procedimenti inconsistenti”, come
scrive Latino. Sprone a coltivare “il sogno e l’utopia” che sono state, dice
l’autore, la ragione della sua vita.
L’opera “limitatori di libertà”, è di carta, tela e acrilico su tavola. Da
questa, come pure da altre tele, emergono delle figure umane, appena
riconoscibili, tragiche e ironiche al tempo stesso, che vogliono forse dirci
della precarietà e labilità della nostra situazione, del nostro essere solo
pallide, sfumate comparse, nel gran palcoscenico della vita metropolitana
alienata e disaggregata. I colori usati sono il rosso, il grigio chiaro, grigio
scuro e nero. Nei suoi grovigli di pittura infatti le sagome umane in
lontananza e i volti sembra che si inseguano, e i paesaggi da era postatomica
sembrano evocare un imminente giorno finale. La sua arte è urlo violento e
lotta disperata contro quel grande Moloch degli affari e della finanza a cui
sempre più spesso si sacrificano vittime umane , contro le nefandezze, come le
guerre, la fame, il latrocinio, la violenza esercitata dall’occidente moderno e
civilizzatore sulle fragili democrazie orientali. E’ lo stesso Latino a
spiegare il proprio messaggio artistico e poetico facendosi esegeta di se
stesso. Un invito alla società tecnologica degli anni Duemila affinché deponga
la sua visone economicistica e strumentale del mondo. Un flebile richiamo,
certo il suo, quasi giovannea “vox clamantis in deserto”, un audace quanto
disperato ammonimento che pochi si sentono oggi in animo di condividere, una
battaglia di retroguardia, quindi. L’opera “tortura” ,che è costituita da carta
bulloni, corteccia di albero e acrilico su tavola, è una denuncia contro tutte
le forme di violenza e di negazione dei diritti umani che si perpetrano in ogni
parte del mondo. I colori sono il grigio chiaro, grigio piombo e il nero.
Quest’opera mi fa venire in mente quella poesia di Salvatore Quasimodo che
recita: “ Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.
Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t'ho visto-
dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura..” Le denunce di
Latino attraverso le sue opere, esposte nella sua piccola bottega- atelier nel
centro storico di Galatina, hanno valore nello stesso momento in cui noi
spettatori entriamo nel suo mondo simbolico e comprendiamo l’apparente
paradosso secondo cui , attraverso il suo pessimismo, egli voglia comunicarci
l’incomunicabilità (che è poi l’arte informale) e intessiamo con lui un dialogo
estetico, con un rispecchiamento nella sua arte. Potremo così condividere le
sue ribellioni contro le menzogne,l’edonismo sfrenato di questi anni, lo
sfruttamento sul lavoro, i camuffamenti del potere , tutte le misure di
ingiusta contenzione. Sebbene non ci sia speranza nei colori scuri delle sue
tele, non ci sia trascendenza, nelle sue tele poco rassicuranti, l’artista
persiste nel suo sforzo espressivo che è del tutto apprezzabile.
PAOLO VINCENTI